Marzo 2023
AUTISMO IN LOMBARDIA
mancano educatori di sostegno !
Grido di allarme di 9.592 famiglie:
Non si candidano perche' i contratti regionali sono inadeguati e i salari
insufficienti. L'appello dell'Associazione Movimento Genitori Lombardia ApS.
La Regione Lombardia riconosce dei voucher (misura B1) alle famiglie con figli autistici per avere a disposizione un educatore di sostegno che segua il bambino/adolescente sia a casa sia a scuola, ma, queste figure vengono sempre piu' a mancare o non
garantiscono continuita' di servizio perche' scelgono altre attivita'. Il loro lavoro infatti e' precario e mal pagato.
Il problema e' gravissimo se si considera che la loro formazione specifica viene
spesso sostenuta dalle famiglie, con un investimento evidentemente "a perdere",
inoltre, perche', nel caso dei disturbi dello spettro autistico, una buona relazione tra paziente ed educatore e' difficile da instaurare, richiede tempo e pertanto gli educatori per il bambino/adolescente non sono "supporti" interscambiabili.
Gli educatori vengono somministrati attraverso cooperative locali che usufruiscono di appositi bandi regionali; difficilmente le cooperative possono assumere a tempo indeterminato, perche' il CCNL non permette assunzioni per meno di 12 ore settimanali, mentre ogni famiglia ha voucher solo per alcune ore. Raramente si riesce a fare un pacchetto di piu' famiglie perche' vivono sparse sul territorio. Inoltre i bandi non sono neanche annuali quindi gli incarichi sono sempre a tempo determinato,
oppure con contratti di collaborazione a partita iva, con le conseguenze che sono
facilmente immaginabili. Gli educatori come tutti i lavoratori hanno bisogno di qualche sicurezza per il loro lavoro.
Ora Movimento Genitori Lombardia
(APS associazione promozione sociale)
scende in campo per sollecitare la Regione a prendere provvedimenti, se necessario coinvolgendo anche Roma.
L'associazione MGL chiede bandi pluriennali, adeguamento delle norme
contrattuali e dei salari e formazione specifica CAA/ABA.
Il casus belli:
le cooperative che fanno capo a Confcooperative dell'Adda, distribuite
tra Lecco e Sondrio, hanno disertato l'ultimo bando regionale: le condizioni previste dal bando non danno la possibilita' di somministrare adeguatamente educatori di
sostegno alle famiglie. Pertanto sono rimasti senza educatori circa 9.592 bambini (DGR 7751/dicembre 2022).
In realta', i bambini che avrebbero
bisogno di educatori sarebbero molti di piu', ma la normativa riconosce il servizio solo per gli autistici di livello 3. Nel 2020, erano 8.304, nel 2021, 9.169. Come si puo' vedere tra l'altro l'autismo e' un disturbo in crescita. In Italia le stime nazionali vengono condotte dall'Istituto Superiore della Sanita' e dal Ministero della Salute grazie al "Progetto Osservatorio per il monitoraggio dei
disturbi dello spettro autistico" e dicono che i bambini con autismo sono 1:77 nella fascia 7-9 anni. Anche questo e' un fenomeno drammatico che andrebbe approfondito.
Una storia:
"Sono mamma di un bambino autistico di 11 anni con grave ritardo cognitivo/comportamentale, un serio deficit nella comunicazione e l'interazione sociale e una, sempre grave, malattia rara cronica intestinale. Facciamo ABA da circa 8 anni con continuita' e un faticosissimo lavoro in rete tra Centri RIA, scuola e domicilio. Come spesso accade (e come ben sappiamo) il lavoro in rete e' gestito dalla famiglia che a proprie spese mantiene in contatto tutte le persone che lavorano intorno al proprio figlio e provvede anche all'effettiva formazione professionale dell'educatore in quanto, quella basica (in casi di gravita' come il nostro), non e' assolutamente sufficiente. Dopo due anni di pandemia, che ci ha visti confinati a domicilio e costretti a sospendere ogni genere di terapia, comportando un mortificante salto indietro e la relativa perdita di competenze raggiunte con estrema fatica nel corso degli anni da nostro figlio, abbiamo dovuto tirarci su le maniche e ricominciare da capo. L'Azienda Consortile territoriale Rete Salute ha emesso il nuovo bando dei servizi (senza neanche avere la cura di attendere la fine dell'anno scolastico e senza confrontarsi con nessuno), ma nessuna cooperativa ha aderito per mancanza di candidati educatori perche' la proposta non era agevolante per nessuno. Faccio mutuo soccorso da circa 9 anni e da circa una settimana mi suona il telefono continuamente: sono famiglie
disperate che non sanno piu' a che santo votarsi per aiutare il proprio figlio!
In diversi casi e' accaduto che le educatrici dei nostri ragazzini voucher misura B1, stanche della situazione precaria, hanno cercato e trovato un lavoro pagato adeguatamente e che garantisce loro un futuro migliore. Alcune godono di una formazione eccellente, conoscono i nostri figli da tempo, si sono rivelate le uniche in grado di gestire i quadri piu' complessi e sono formate in rete dalle consulenti privatamente delle famiglie. A partire dal 1 marzo (salvo proroghe temporanee) tante
pero' non sono piu' con noi. E ancora nessuno, a parte loro, si e almeno degnato di informarci della situazione.
Le educatrici dei nostri figli a scuola hanno deciso di seguire le loro cooperative e quindi abbiamo perso anche loro; tanti bimbi sono scoperti a scuola.
Nostro figlio ha fatto una regressione comportamentale in questo ultimo periodo e questa situazione mi vedra' costretta a ridurre drasticamente l'orario scolastico, mandera' in fumo i progetti inclusivi tanto agognati, il progetto ponte con la scuola secondaria (che gia' all'iscrizione non puo' garantire continuita' con gli insegnanti di sostegno).
Siamo alla deriva insomma. Ho
chiesto aiuto qualche mese fa scrivendo a Roma; sono stata contattata dalla
segreteria della presidente Meloni, ma poi ... il vuoto!
Nove anni di lunghi e importanti sacrifici saranno buttati al vento?
Ho sempre creduto con fermezza nelle Istituzioni e ho scelto di fare un lavoro di
socializzazione ed integrazione iscrivendo il nostro figliolo ad una scuola pubblica
invece che limitarlo e confinarlo in una scuola speciale.
Lui infatti ha fatto dei miracolosi passi avanti in questi 9 anni di frequenza fermati sempre tutti da questa precarieta' della rete e dei servizi che dovrebbero invece essere garantiti e tutelati dallo Stato Italiano.
La Regione potrebbe istituire almeno bandi quinquennali a garanzia lavorativa e di continuita' per le famiglie. E' mai possibile che non si arrivi alle soluzioni elementari e che gli unici a pagarne le conseguenze infine debbano essere i nostri figli? E poi si pensa di costruire una rete solidale dove il bambino e' al centro? Al centro di cosa esattamente? Di uno tsunami!
Perche' non si riesce ancora nel 2023 a garantire inclusione, continuita', debita
formazione e tutela ai docenti ed educatori che si trovano a dover trattare casi che non sanno o non vogliono gestire per inadeguatezza o perche' sottopagati e a rischio di precarieta'? Qualcuno intervenga subito per la risoluzione di questo disastro, le famiglie sono disperate! Altrimenti finitela di parlare di inclusione scolastica e di
integrazione!
A norma di legge 67/2006, Misure per la tutela giudiziaria delle persone con
disabilita' vittime di discriminazioni; decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilita'; norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c) legge 13 luglio 2015, n. 107; decreto legislativo 7 agosto 2019, n. 96, Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, recante "Norme per la promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilita', a norma dell'articolo 1, commi 180 e 181, lettera c, della legge 13 luglio 2015, n. 107; valutati i diritti incontestabili previsti dalla Legge 5 febbraio 1992, n. 104, Legge quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i
diritti delle persone handicappate chiedo immediato e pronto intervento per la
risoluzione della drammatica situazione.